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L’EQUILIBRIO DENTRO E FUORI DI NOI

By 28 Agosto 2021 Ottobre 18th, 2021 No Comments
stone balance

Nell’entrare in relazione con la natura siamo consapevoli che le pietre, come gli alberi, hanno molta più storia di noi. Quando appoggiamo la mano su una antica colonna, o sulla parete di un antico edificio ancora incisa dai coltelli degli ambulanti affilati sui suoi duri fianchi, torniamo indietro di secoli e tocchiamo parte di un passato che pur non appartenendoci direttamente è impresso nella nostra memoria di esseri umani.

Le pietre sono creazioni complesse, sempre affascinanti per la loro unicità, nonostante la natura ne sia colma. La lentezza con la quale le rocce si formano, si rompono e poi vengono modellate, la loro origine e la ricchezza della loro composizione chimica le carica di energia e significati, tanto che diverse tradizioni culturali, filosofiche e mediche le utilizzano anche per scopi meditativi o terapeutici.

A volte destinate a rimanere immobili per millenni, come nel caso delle montagne e delle grandi pareti rocciose che definiscono il profilo di molti dei nostri paesaggi, sono punti di riferimento per l’orientamento e per la nostra interpretazione e trasmissione della conoscenza del territorio in cui viviamo.
Chissà se dietro le collezioni di sassi che alla maggior parte di noi sarà capitato di riportare dalla spiaggia c’è la consapevolezza di questa forte relazione che ci lega alle rocce. Ad ogni modo al loro fascino è spesso difficile resistere, e così al loro significato.
Oggi metto in gioco alcune parole, vediamo se le conoscete o le riconoscete: Cairn, Ometto, Rock stacking, Stone Balance. Potrei aggiungerne altre ma mi fermo qui. Tutte si riferiscono a costruzioni realizzate con pietre semplicemente sovrapposte le une alle altre, realizzate in luoghi solitamente isolati e destinate, in tempi più o meno lunghi, a cadere.

Attenzione però, con questi termini ci si riferisce a pratiche differenti tra loro, che portano con sé significati profondamente diversi.

I Cairn, come gli Ometti, sono sovrapposizioni di pietre di forma prevalentemente piramidale, con solide basi e di altezza differente, realizzate principalmente a scopo logistico, per indicare un punto o un percorso, o commemorativo (nel caso di tombe o luoghi di interesse spirituale).

Quando però si parla di Rock Stacking o di Stone Balance ci si riferisce a una pratica molto diversa, che ha a che fare con la tradizione del buddhismo e della meditazione zen. Non perché ne sia un diretto derivato, ma perché trova in essi una forte ispirazione.
Gli ingredienti sono: un luogo appartato, una condizione di calma e tranquillità, tempo in abbondanza, la presenza di sassi, il respiro.

Nello Stone Balance l’equilibrio tra le rocce sovrapposte le une alle altre non è scontato, né facile, né prevedibile. Se costruire un Ometto significa iniziare da una larga base per poi proseguire verso l’alto creando un cono la cui stabilità è più o meno assodata, nello Stone Balance sono le rocce stesse, una alla volta, a suggerirci quello che avverrà nel momento seguente, ad attirare la nostra attenzione e a ispirarci una possibilità.

L’equilibrio della costruzione è il risultato di questo dialogo aperto tra noi e le pietre, tra noi e la natura tutta. Perché il contesto, il punto di appoggio che sceglieremo, le condizioni atmosferiche, tutto contribuirà al risultato finale della nostra meditazione.
Dobbiamo affidarci al momento presente e seguire il flusso della nostra conversazione silenziosa con gli elementi, dobbiamo aspirare alla salita, alla crescita, con l’umiltà e la consapevolezza che la nostra elevazione è fragile e temporanea. Possiamo creare opere di una bellezza incantevole che dopo dovremo essere in grado di lasciare andare.
Anche se l’estate è agli sgoccioli, volete provare?

E volete lasciarvi ispirare da Michael Grab (https://gravityglue.com/), che per me è stata una scoperta meravigliosa?

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