Yoga

Bhujangasana: cosa impariamo dal serpente

By 30 Novembre 2021 No Comments
ananta

Questo asana ci trasporta nell’attitudine di una creatura dalla simbologia potente e sfaccettata.
L’immagine del serpente porta con sé la paura della morte (il veleno) e la forza del rinnovamento e della rinascita (la muta della pelle).
Nella pratica di Bhujangasana, o posizione del cobra, sperimentiamo il nostro equilibrio tra queste due potenti energie, dialogando con il sostegno della terra mentre cerchiamo, radicati in essa, la leggerezza della mente, condizione necessaria a spingere in alto il corpo e ad aprire il petto (più della forza delle nostre braccia). È questa relazione dialogica che si instaura tra la coscienza di essere creature terrestri e la vocazione a innalzarci al cielo, che fa in modo che questo asana ci faccia assumere a poco a poco un atteggiamento più nobile e sicuro, aperto e solare.
Nella pratica di Bhujangasana è interessante tenere presente la simbologia che il serpente ha nello Yoga (l’energia Kundalini si svolge e cresce con forma di serpente a partire dalla sua base arrotolata sul primo chakra) e l’importanza che ricopre nella cultura indiana, e che trova le sue radici nel mito di Shesha/Ananta, il serpente dalle mille teste che sostiene Vishnu nel suo sonno sull’oceano infinito. Ananta sostiene il dio e sostiene il mondo. Shesha significa “colui che rimane”, perché continuerà a esistere quando tutto il resto nell’universo sarà annientato. Per lo stesso motivo il suo nome è anche Ananta, che si traduce in “infinito”.

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